domenica 24 luglio 2011

Fame nel mondo, veganesimo e deforestazione.



Sto partecipando ad organizzare una manifestazione tipo "Fa la cosa giusta" che si chiama "C'è una valle" e si terrà a settembre in provincia di Sondrio; visto che a me pare che la gente che lavora ad organizzare pensa un po' troppo a presentare formaggi e salumi io sul forum della manifestazione ho iniziato un thread così:


Le immagini della carestia dovuta alla siccità nel Corno d'Africa ci vengono sbattute in faccia e sono un pugno nello stomaco e come al solito ci si chiede che cosa si possa fare in concreto per risolvere il problema. Purtroppo io temo che il problema della fame nel mondo si aggraverà ulteriormente nei prossimi anni. La popolazione mondiale che ha ormai raggiunto i sette miliardi e continuerà a crescere; nel frattempo il bisogno di cibo spinge a tagliare le ultime foreste rimaste per aumentare le coltivazioni di cerali e legumi e ciò porta alla distruzione di habitat e dei polmoni verdi del pianeta. La società moderna reagisce attraverso la chimica e la biochimica in modo da aumentare in modo artificioso le produzioni.

Per fortuna non siamo obbligati a seguire questa via, infatti una soluzione è possibile infatti per risolvere tale problema basta scegliere di nutrirsi di quei cibi che sono più sostenibili in quanto necessitano di meno terreno, meno acqua e danno meno emissioni di CO2; tali cibi sono i cereali: grano, riso, mais, farro, avena, miglio, grano saraceno, ecc e i legumi: fagioli, lenticchie, soia, ceci, piselli ecc...

Infatti non tutti sanno che per produrre un kg di tali prodotti è necessario un decimo del terreno che è necessario per produrre un kg di prodotti di origine animale come carne, latticini e formaggi; un animale va infatti sfamato con cereali e legumi così la maggior parte del nutrimento lo si perde per il metabolismo dell'animale. Per cui se l'umanità scegliesse di alimentarsi prevalentemente di cibi vegetali non solo i terreni che vengono già oggi coltivati basterebbero a soddisfare le sue esigenze ma sarebbero anche in grande eccesso e si potrebbe permettere alle foreste e alla natura di riprendersi vasti terreni da cui è stata cacciata.

Purtroppo oggi la tendenza è opposta e sempre più l'umanità sceglie i cibi animali mentre disdegna quelli vegetali (oggi è difficilissimo trovare un ristorante che serva dei legumi); ciò è proporzionale al grado di sviluppo e la via percorso dall'obeso occidente la stanno seguendo anche i paesi emergenti; ciò porta ad un aggravarsi della situazione ad una deforestazione fuori controllo e ad un aumento del costo dei prodotti agricoli, ed ecco che torniamo alla situazione del corno d'Africa.

Trovo molto triste vedere come la cultura del cibo animale porti tutte le feste e le sagre paesane a servire cibi sempre più animali: qui da noi si serve polenta taragna, salsicce, costine, pizzocheri; ciò fa crescere la tendenza al consumo di cibi animali con le conseguenze di cui abbiamo detto. Soprattutto se si pensa che i mangimi, e a volte anche le carni, che si servono in questi banchetti "tradizionali" vengono da quel terzo mondo affamato che si vorrebbe aiutare.

La carne, il latte e le uova bio non sono una soluzione in quanto la quantità di terreno necessario per avere la bistecca bio è maggiore di quello necessario di una bistecca normale.

La soluzione a questi gravi problemi è nelle grandi tradizioni alimentari dell'umanità che è sopravvissuta per millenni alimentandosi di cerali e legumi; la soluzioni è la riscoperta della "carne dei poveri", delle zuppe di legumi, della farinata di ceci, della polenta e fagioli e così via. Cibi che non solo sono estremamente nutrienti, un kg di fagioli contiene più proteine di un kg di carne, ma che non contengono tutte quelle tossine presenti nei cibi animali, basti pensare al colesterolo, per fare un esempio, presente nei cibi animali, soprattutto nelle uova, e assente nei cibi vegetali.

Ecco dunque che è necessario uno sforzo congiunto per invertire la tendenza e fare in modo che diminuisca il consumo di cibi di origine di animale e un incremento dei cibi di origine vegetale, e ciò dovrebbe essere una priorità in una manifestazione come "C'è una valle" sia per una presa di coscienza di come le nostre scelte alimentari incidono sull'ecologia del pianeta e sul benessere o il malessere dell'umanità intera; sia per dare un esempio positivo e distinguerci da tutte le feste di paese in cui ciò che conta è far venire la gente e non proporre uno stile di vita più etico.


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